LA FOLLIA DEL PARTIRE, LA FOLLIA DEL RESTARE

LA FOLLIA DEL PARTIRE, LA FOLLIA DEL RESTARE

Dedicato a un aspetto particolare dell'emigrazione, e dell'emigrazione specificamente tiranese, in Australia, il terzo incontro organizzato dalla nostra libreria.
Ospite dell'incontro sarà Simone Varisco, storico, autore del libro "La follia del partire, la follia del restare", pubblicato dalla Tau editrice (pp. 96, euro 10) col patrocinio della fondazione vaticana Migrantes.

Il volume tratta un aspetto inedito dell’emigrazione italiana e cioè il problema del disagio mentale – nelle diverse forme della follia, della depressione e dell’incomprensione – come “prodotto” del fenomeno migratorio. Un’accurata ricerca realizzata che prende in esame, in particolare, l’emigrazione della seconda metà dell’Ottocento diretta verso l’Australia, con speciale attenzione al bacino di emigrazione valtellinese e a quello dell'intero arco alpino di cultura e lingua italiane. “Migrare è partenza, e il partire significa allontanarsi dagli affetti e dalle certezze e molti migranti non riescono a superare il dolore dello strappo - scrive Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Migrantes nell’introduzione - . Il cammino, il viaggio non sempre è facile: talora porta solitudine, fatica, anche violenza”.

Insieme analisi e cronaca, il libro combina ricerca storica e respiro sociologico e psicologico nell’affrontare il problema del disagio mentale diffuso tra i migranti, uno degli aspetti più sottovalutati nell’approccio al fenomeno migratorio e invece questione di straordinaria attualità ed urgenza. Perché ci sono gli Adam Kabobo, ma anche i due italiani che si suicidano a Londra ogni mese; i migranti che premono alle frontiere dell’Europa, ma anche i tre italiani che lasciano il nostro Paese per ogni lavoratore che vi giunge. Le migrazioni hanno da sempre coinvolto la persona in tutta la sua complessità biologica, emotiva e spirituale. Non è un caso che, ieri come oggi, quella dei migranti sia una quota di popolazione fragile e particolarmente esposta al rischio di sviluppare disturbi mentali. Qualcosa di cui in Italia si è iniziato a discutere con ritardo e per lo più sull’onda emotiva dei tanti fatti di cronaca tragicamente esplosi e poi nuovamente dimenticati insieme al problema della malattia mentale.
Dialogherà con l'autore Simona Venturini, psicologa.
(Alberto Gobetti)

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