TRE INCONTRI SULLA DISOBBEDIENZA
L'uomo è un essere obbediente. Tu sei un essere obbediente. Stai alle regole che ti sono state inculcate, o che la mentalità comune condivide, e spesso non le metti in discussione, nemmeno quando esse contrastano che i principi dell'umanità. Accetti la disuguaglianza, accetti le gerarchie sociali, accetti che ci sia qualcuno che guadagni mille o diecimila volte quello che guadagni tu, e che possegga mille o diecimila volte quello che possiedi tu. Accetti come un dato di fatto che qualcuno si arricchisca e che qualcuno si impoverisca; anzi, i poveri, quelli più poveri di te, ti danno fastidio, perché temi che ti tolgano il lavoro, o riducano le risorse che lo Stato mette a disposizione per soccorrerti nel caso di bisogno. Non metti in discussione i principi del nostro sistema economico, della produzione della ricchezza, della ripartizione della ricchezza prodotta. Magari comprendi che c'è qualcosa che non va, ma ti senti confuso, non capisci come potresti comportarti da cittadino per migliorare le cose, hai la sensazione di essere solo e abbandonato a te stesso. Le regole dell'economia sembrano essere impermeabili a qualsiasi tua obiezione: ti verranno contrapposte ragioni indiscutibili, in cui tu sei ridotto a un numero, a un utente, a un consumatore, a un oggetto di statistica. Che importa se tutto questo sistema si basa su un feroce sfruttamento delle risorse ecologiche, su un travisamento della giustizia sociale, sulla confusione dei valori, ed è occultato da una lotta partitica che non ha nessun interesse a toccare i meccanismi di potere, ma semmai a coprirli con le sue inutili ed assurde liti, con le fake news, con gli insulti, con l'odio?
Disobbedire, insomma, è molto più difficile che obbedire: necessita di capacità d'analisi, di pensiero autonomo e di coraggio; in sostanza, necessita di un'assunzione di responsabilità verso la propria "naturale" condizione di uomini e donne "liberi" e "sociali". Non è una novità: ce lo insegnava già Socrate, venticinque secoli fa, come ci ricorda Frédéric Gros nel suo bel libro Disobbedire; e a quei principi, attraverso le riflessioni sul potere, le analisi sui diversi stili di obbedienza, guarda questo nostro corso di riflessione filosofica guidato dal docente Alessandro Materietti. L'obiettivo è di lavorare insieme alla ricerca dei mezzi per studiare, inventare, provocare le nuove forme di disobbedienza: dalla dissidenza civica alla trasgressione poetica... Perché nulla va dato per scontato: né le certezze apprese né le convenzioni sociali, né i rapporti economici, né i principi morali. «Il pensiero filosofico, nel medesimo istante in cui ingiunge di non cedere alle evidenze e alle generalizzazioni, ci fa ritrovare il senso della responsabilità politica. Nel momento in cui le decisioni degli esperti si presentano come il risultato di fredde statistiche e di calcoli anonimi, disobbedire diventa un'affermazione di umanità».
Il ciclo si snoda in tre incontri, che si terranno in libreria nelle seguenti date:
27 gennaio, lunedì, ore 20:30
3 febbraio, lunedì, ore 20:30
17 febbraio, lunedì, ore 20:30
Testo base intorno al quale si svilupperà la riflessione: Disobbedire, di Frédéric Gros, ed. Einaudi 2019.
NB: il corso prevede un contributo individuale di euro 60,-. Chi Non potesse partecipare a tutti gli incontri, paga una quota parte proporzionale. Chi non potesse proprio sostenere una spesa del genere, può trovare una soluzione alternativa parlando con gli organizzatori.
Alberto Gobetti